Alisha: la tigrotta siberiana che commuove i ragazzi dello zoo di Berlino
Dal pellicciotto arruffato e con gli occhi azzurri (il cucciolo di tigre siberiana ha appena un mese), la piccola Alisha vive nel Tierpark zoo di Berlino. In un video commovente e tenerissimo la vediamo zampettare ancora incerta tra le sterpaglie dello zoo. Tiikeri Design non poteva perdersi una simile occasione per svelarvi cosa c'è dietro l'obiettivo.
Questo (ahimé) raro esemplare di tigre siberiana ha conquistato (con qualche mese di ritardo) anche le principali testate giornalistiche italiane. Ne hanno parlato repubblica.it, il corriere.it, persino RaiNews24, il fiore all'occhiello dell'informazione pubblica di approfondimento.
La dolcissima "lottatrice" dagli occhi azzurri è l'unica sopravvissuta di una cucciolata di tre tigrotti siberiani. Gli altri, come informano i notiziari, sono morti di stenti perché la madre, cresciuta in cattività (ma questo dettaglio i notiziari lo omettono accuratamente), non avrebbe abbastanza latte da sfamarli. La piccola invece è "sopravvissuta" alla nutrizione artificiale. Questo fa di lei, secondo l'importante testata RAI, una "lottatrice", la cui dolcezza, dice il Corriere della Sera, ha già conquistato tutti.
La tigre, lo sappiamo, è una specie in via di estinzione e qualcuno prevede che sarà del tutto estinta nel giro di un paio di decenni. Anche di questo comunque gli organi di informazione fanno a meno di parlare, probabilmente perché demolirebbe quella ricercata (e forzata) impressione di tenerezza. La notizia in realtà è un'altra, e piuttosto datata: la gattona è nata a dicembre ed è stata presentata al pubblico (o meglio alla stampa) un mese dopo. Non è dato sapere se il comunicato stampa dell'ufficio marketing del Tierpark Zoo sia arrivato in ritardo alle redazioni italiane, o se la traduzione ha portato via tanto tempo, oppure se qualche giornalista in cerca della pagnotta abbia rispolverato una vecchia e-mail conservata per sbaglio, e altri abbiano seguito a ruota per non "bucare", come si dice in gergo.
Comunque sia, i cuccioli di animale funzionano sempre. E anche a me spetta almeno una parte di questa visibilità ai danni di una specie in grave pericolo.
Il video (che potete reperire qui: http://video.corriere.it/cucciolo-tigre-siberiana-commuove-zoo-berlino/1bbbf54c-a308-11e4-9709-8a33da129a5e) mostra chiaramente come la piccola tigre venga messa fuori dalla cesta per le riprese e le fotografie dei giornalisti, come non voglia saperne di uscire e come invece cerchi di rientrare intimorita dagli scatti e dalla presenza di numerosi scimmioni con il teleobiettivo. Non ha voglia di dare grande spettacolo, perciò viene nuovamente posizionata davanti alle telecamere. Dopo numerosi tagli, finalmente si avvicina per annusare i piedi di qualche giornalista, poi nuovamente riposta sulla cesta e mostrata ancora ai giornalisti. Il suo sguardo più che incuriosito sembra intimorito, come dimostrano anche il battito e il respiro accelerati.
Perché scrivo di questo? Cosa c'entra ancora la comunicazione?
Alcune premesse prima di rispondere a queste domande: pur rispettando le scelte di tutti, io mangio carne (lo fanno anche le tigri) e ho ucciso decine di insetti (sebbene condivida alcune tesi filosofiche dell'antispecismo) e credo di aver vivisezionato più di una pianta per nutrirmi. La mia non è una presa di posizione da animalista prevenuto.
Il punto è che questo accade per routine, per interessi economici e per il quieto vivere di molte persone. Cosa accade? Il fatto che le maggiori testate nazionali abbocchino all'amo di uno Zoo in cerca di pubblicità gratuita, e che stanno al loro gioco perché la ricerca di video con animaletti simpatici fa milioni di visualizzazioni. Non interessa sapere che alla maggior parte degli animali in cattività, soprattutto quelli selvatici, vengono somministrati psicofarmaci per contenere le nevrosi; non è interessante chiedersi in che condizioni viva la madre della tigrotta tanto da non essere in grado di somministrare il latte materno; non è importante chiedersi quale futuro si prospetta per la cucciola, e se non sia meglio piuttosto finanziare programmi di intervento per la custodia delle riserve naturali e il contrasto all'ancora diffusissimo bracconaggio.
Quello che importa veramente sono le visualizzazioni su un sito e i biglietti di uno zoo molto abile nel nascondere le gabbie. Di questo passo si viene quasi a pensare allo zoo come un'istituzione di salvaguardia, quando molto probabilmente sono parte del problema, e dietro ai commoventi video diramati dagli uffici stampa, la realtà potrebbe essere più vicina a quella mostrata in documentari come questo: https://www.youtube.com/watch?v=EyFOUGppHco
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