Pinephone Mobian è diventato il mio smartphone principale
Era da molto tempo che non scrivevo un articolo per il blog, e non c’è niente di più eccitante che ritornare su queste pagine parlando del progetto Pinephone con il sistema operativo Mobian. L’intenzione di questo articolo è introdurre a una serie di post sulla mia esperienza con Mobian e Pinephone, con l’ambizione di portare questo progetto all’attenzione del pubblico italiano e dimostrare che si può vivere senza Android e iOS. Chi volesse intraprendere questa strada troverà qualche consiglio utile.
Pine64 è un’organizzazione formalmente commerciale ma “community-driven” che progetta laptop, notebook, PC single-board, e da qualche tempo ha deciso di sfidare i “big” dell’informatica (Apple e Google) entrando nel mercato degli smartphone e degli smartwatch.
Dopo una lunga gestazione, e una prima edizione per “cuori temerari” (Braveheart), nonostante la pandemia che ha messo in crisi la filiera produttiva (le componenti sono prodotte in Cina), sono state prodotte una serie (limitata) di smartphone con sistemi operativi Linux diversi, per questo battezzata “Community Edition”, con riferimento alle diverse comunità che hanno partecipato al progetto, e che sono state omaggiate con un case brandizzato dal logo di ciascuna di queste.
Non è un mistero che il mio sistema operativo preferito sia Debian, e naturalmente non ho potuto resistere all’idea di provare il progetto Mobian che altro non è se non un fork di Bullseye (rilasciata solo pochi giorni fa come versione stabile di Debian) dedicato ai dispositivi mobile (telefoni o tablet).
A sfidare il duopolio iOS/Android con un sistema operativo aperto ci aveva già provato Firefox, con il compianto Mozilla OS poi Firefox OS che si proponeva di conquistare la fascia di utenti a basso reddito con smartphone alla portata di tutti e prodotti assemblati dalle realtà costruttive locali dei 5 continenti.
Tutt’altro discorso per Purism/Librem che sicuramente ha contribuito in modo importante alla conquista di un cellulare Linux e in generale dei dispositivi incentrati sulla privacy, con costi tuttavia paragonabili a quelli delle grandi case, e quindi poco accessibili. Per le sue caratteristiche non si colloca in un mercato di largo consumo.
Qualcosa di analogo si può ritrovare in Volla Phone, un interessantissimo progetto finlandese orientato alla privacy, ma ancora in fase di sviluppo (a loro vanno i miei migliori auguri).
Ah, sì, nelle alternative vanno menzionati Nokia/Windows, Blackberry e Honor, ma questa è un’altra storia, giusto?
Fra tutte queste esperienze, credo che PinePhone segni un vero cambio di passo, un nuovo sentiero che viene tracciato e destinato a rimanere su questa mappa, come sta a dimostrare la risposta entusiastica dei primi acquirenti. Linux può entrare finalmente nelle nostre tasche in tutta la sua purezza, ovvero senza essere imbastardito da licenze proprietarie e software spia di qualsivoglia natura (ogni riferimento ad Android è puramente intenzionale).
I prossimi PinePhone (al momento siamo all’edizione Beta) saranno distribuiti su una scala sempre più ampia ed equipaggeranno Manjaro con ambiente desktop Plasma Mobile, naturalmente gli utenti avranno la possibilità di installare il loro sistema operativo preferito con relativo ambiente desktop.
Nei prossimi post proverò a descrivere la mia esperienza utente con Mobian, l’uso delle app e i primi accorgimenti per renderlo un telefono funzionale, tenendo ben in conto i limiti di un progetto che è ancora alle sua fase sperimentale, e, senza dubbio, molto, molto promettente.
Nelle prossime settimane tornerò sull'argomento: stay tuned!
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